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18/10/2016
“L'Europa ha fortemente bisogno di riscoprire il suo volto per crescere'
E’ necessario sempre più caratterizzare la nostra testimonianza pubblica come cristiani

Papa Francesco, parlando alle Istituzioni Europee, il 25 Novembre 2014, tra le altre cose ebbe a dire che "l'Europa ha fortemente bisogno di riscoprire il suo volto per crescere". Più volte il Pontefice e' intervenuto sul tema dell'Europa ed in particolare, il 6 maggio 2016 - ricevendo il Premio Carlo Magno - ha  sottolineato come "questa famiglia di popoli" sia riuscita crescere nel tempo costruendo una casa comune" riuscendo a non discostarsi troppo dalle idee dei Padri Fondatori che guardando alla pace seppero  accantonare gli interessi di parte per costruire uno spazio nuovo di libertà e di democrazia.

L'invito a riscoprire il "volto dell'Europa" rimanda sicuramente all'identità ed in particolare tutti noi, anche individualmente, oggi siamo chiamati a dare una risposta identitaria chiara e forte: e' necessario sempre più caratterizzare la nostra testimonianza pubblica come cristiani che non "utilizzano i valori della nostra fede" per contrapporli ma offrono l'esempio per rafforzare proprio quella cultura cristiana che ci anima. Il laicismo imperante ed il populismo che sembra dominare varie ribalte - oltre che ad animare ed alimentare messaggi sempre più catastrofisti -  sembrano lavorare insieme per annebbiare la storia europea, anche quella precedente il processo di integrazione. Si dimentica la storia dell'evoluzione democratica europea e sembra rimossa anche la storia delle tragedia del XX secolo: la pace sembra scontata, la libertà si sta trasformando in licenza - soprattutto per le persone facoltose -  e le sfide di oggi, da quella climatica al lavoro ed alla biopolitica, non sembrano cogliere il senso di un multipolarismo  e trasversalità  che invece, secondo me, caratterizzano questa prima parte della globalizzazione contemporanea.

L'uomo smarrito e fragile sostituisce le regole del passato cercando un nuovo imperativo sociale ed economico: finisce però con l'essere sempre più stanco e lo "scarto" diventa substrato culturale di una crescente "globalizzazione dell'indifferenza" che non ci fa più vedere tutte quelle periferie umane - cui guarda costantemente Papa Francesco - che sono  in mezzo a noi, anche in qualsiasi "piazza del Duomo" delle nostre città! La multipolarità europea e' uno dei momenti caratterizzanti il nostro tempo e diventa perciò importante" saper trovare la capacita' di uscire dalle strutture" per costruire un nuovo e vero dialogo: il "volto" cui guarda il Papa non e' solo quello della nostra storia passate, il "vero volto" è proiettato nel futuro.

Non pensiamo di poter riprogettare nell'Europa di oggi le esperienze - peraltro molto positive - dell'Europa di ieri: il presente ci chiama ad un dialogo tra le culture nell'Europa di oggi e questo ci interpella sulla dignita' di ogni uomo! Il lavoro, il futuro dei giovani, la sfida dell'immigrazione ci interpellano sulla vera dignità della persona umana. La qualità della democrazia deve ritornare sul tavolo della discussione: sempre più  frequentemente il discorso viene proiettato sulla personalità del leader ed invece svaniscono le riflessioni che devono partire da "un nuovo ed auspicato umanesimo europeo"! L'individualismo ci fa diventare "uomini di sabbia" ed il "pensiero unico" riporta a galla l'intolleranza... E’ nel dialogo l'urgenza prospettica del nostro impegno!

Pier Giorgio Sciacqua

Vice Presidente Nazionale MCL

 




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