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23/09/2016
Costruiamo lÂ’Europa sociale che sogniamo
A Strasburgo il Seminario di Studi Europei dei Giovani MCL

Se il dibattito sul futuro dell'Europa può sembrare, per gli attenti osservatori, una costante che ha accompagnato da sempre il percorso di integrazione, oggi ,anche alla luce della Brexit, abbiamo tutti il dovere di partecipare attivamente ad una discussione che ha come suo fine primario lo sviluppo sostenibile e la strategia per favorire, anche nei prossimi decenni, un cammino di pace e di democrazia.

Se dopo il fallimento dell'approvazione del progetto di Costituzione Europea si è affermata una decisa crisi di identità, diventa ancor più essenziale ripartire, con intelligente azione politica, sulla strada dello sviluppo anche alla luce dell'insegnamento di Papa Francesco.

Dobbiamo tutti convivere con la sfida della lotta ai cambiamenti climatici e quella per l'occupazione, per un lavoro degno per l'uomo. E’ un percorso, questo, che ci coinvolge tutti: la positiva risposta può determinare la qualità della nostra vita, il suo fallimento apre la strada al disastro.

Abbiamo davanti una nuova stagione di impegno: dobbiamo smettere di accodarci al populismo – di varia matrice – che circonda di negatività ogni giudizio sull'Europa e dobbiamo fare di più anche per migliorare ...nel nostro Paese. Dobbiamo migliorare la nostra economia: i debiti che abbiamo li abbiamo fatti noi e pesano come un macigno sul futuro dei nostri giovani.

E' giunto il tempo, davvero, di spingere verso una maggiore unità: in campo militare e di difesa, contro il terrorismo, in materia fiscale e sul terreno sociale è necessario più coraggio per superare la difficile congiuntura e armonizzare le troppo diverse sovranità nazionali.

La coesione sociale è il frutto di un vero e profondo dialogo sociale, quel dialogo che in Italia sembra essere ritenuto la causa di ogni male: attraverso questo pilastro, l'UE può, unita, avviare le premesse per un nuovo sviluppo.

I valori dell'umanesimo cristiano sono il cuore del processo di integrazione e Papa Francesco più volte, parlando alla “nonna Europa”, ha invitato tutti alla loro riscoperta e ad un'autentica promozione di questo patrimonio per costruire una nuova società che sappia “recuperare lo spirito dei Padri fondatori”.

Oggi è urgente saper ritornare a “integrare”: e in questa direzione la città diventa il primo luogo ove va ripensata la convivenza, per diventare città che accoglie – anche gli stranieri – e che si fonda sulle nostre radici mentre queste, attraverso il dialogo, consolidano in un legame forte le varie culture. La citta multiculturale vince, nel rispetto dell'uomo, le tentazioni unilaterali e, rafforzando la cooperazione, vede il dialogo diventare lo strumento per la pace: il dialogo sempre, anche nei momenti più difficili.

L'UE ha permesso all'Europa la più lunga stagione di pace tra gli europei, ma la pace non è mai un fatto scontato: Sarajevo lo insegna a tutti, una città che si costruisce ogni giorno partecipando al presente.

I giovani sono chiamati a costruire l'Europa. La ‘generazione Erasmus’ già riesce ad essere identificata come tale, e questo è il segno che un’Europa onesta ha saputo fare proposte aperte e lungimiranti ad una generazione che ora è chiamata a dare un impulso più forte a questo processo di promozione e tutela dei diritti di ogni persona.

Il MCL, fedele all'azione di De Gasperi e di Giovanni Bersani, continua il suo percorso formativo e anche questo anno si ritroverà a Strasburgo – dove festeggeremo anche i 40 anni della nostra presenza con l’apertura di un nuovo Circolo in quella città –: parleremo dei valori fondanti l'UE, ma il nostro sguardo oggi è teso verso l’Europa sociale.

Il lavoro è alla base della nostra preoccupazione: al lavoro vogliamo dedicare tutte le nostre forze, certi che insieme si può vincere questa sfida politica.

L'Europa è ancora motivo di grande speranza e di grandi opportunità: portiamo “il nostro mattone” e avviciniamo la gente al senso profondo di questa grande opportunità.

Pier Giorgio Sciacqua
 




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