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05/08/2016
Verso un controverso referendum
La nuova legge elettorale prevede che i cittadini eleggano solo un ramo del Parlamento, mentre i membri del Senato sono scelti in maniera indiretta

Diciamoci la verità, con estrema franchezza: se non ci fosse in atto dagli Anni Novanta una sorta di interessata rimozione culturale verso il ruolo politico svolto dai partiti di massa e risorgimentali in quella che è stata chiamata, molto sbrigativamente, la Prima Repubblica, il governo e parlamento in carica non avrebbero osato metter mano ad una riforma della costituzione tanto vasta e profonda in termini numerici ( incidendo su ben 42 articoli+ 1 della ns. Carta Fondamentale ), quanto in termini di quota di valori democratici prostrati agli ukaze di un esecutivo non illegittimo ma certo arrogante e supponente. Solo così possiamo giudicare un mal assortito progetto di radicale riforma del Titolo V della Costituzione (doverosamente da scriversi con la maiuscola per i valori che in essa seppero trasfondere i padri costituenti, riconquistata la libertà e la democrazia) che non osò sfiorare neppure la famigeratissima – a torto- “legge truffa” che tanto mobilitò la sinistra italiana ed i partiti laici minori, ma soprattutto il mondo della cultura e della stampa. Era essa infatti una legge elettorale che premiava, in termini di seggi, il partito o coalizione che avesse ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, non quella relativa come prevede l'Italicum, ircocervo di diktat e patti scellerati trasversali, molto simili a quelle che in diritto si chiamano a ragione conventiones ad excludendum, ossia accordi finalizzati a fregare gli altri. Ma la cosa peggiore, sotto ogni profilo, è che il su citato articolo modificato in soprannumero della Costituzione è proprio il primo ove si afferma che la sovranità appartiene al popolo. Orbene, se fino ad oggi la legge elettorale prevedeva che fosse il voto a determinare gli eletti alle due Camere, ora che la nuova legge elettorale prevede che i cittadini eleggano solo un ramo del Parlamento, mentre i membri del Senato sono scelti in maniera indiretta (e fra l'altro non delle migliori in termini di chiarezza), non c'è dubbio che si tratta di scelta finalizzata a ridurre il peso e ruolo attivo del popolo sovrano. Stesso discorso da farsi per la prevista eliminazione del CNEL: vero è che poco ha funzionato per come era stato pensato, ovvero quale organo di democrazia partecipativa che tanto buona prova di sé ha dato in Germania per la ricostruzione del Paese dalle macerie prima della guerra e poi del comunismo; però è indubbio pure che quando si sono messi in piedi negli Anni Novanta  tavoli di concertazione tra le parti sociali, includendovi il mondo dell'associazionismo quale quarta zampa del tavolo, si è come implicitamente ammesso che il sistema politico bipolare non era, e non è, in grado di assicurare una guida di lungo corso e d'alto profilo del Paese lasciata nelle sole mani di una classe politica sempre più screditata ed autoreferenziale.

Vittorio Benedetti




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