Mentre ancora in tutta Europa si sta commentando il risultato del referendum britannico, in Spagna, domenica scorsa, si e' votato di nuovo per eleggere il Parlamento. A Natale le elezioni, vinte dal Partito Popolare di Mariano Rajoy, con un risultato molto frastagliato non avevano permesso al Premier di formare una nuova maggioranza. Il Re Filippo VI ha sciolto il Congresso e riconvocato il popolo. Domenica Rajoy ha vinto di nuovo - aumentando anche i seggi rispetto a dicembre - e, seppure ancora una volta non ha la maggioranza assoluta, non si può certo negare come il doppio successo elettorale indichi nel PP la forza guida del nuovo governo. I risultati, seppure non troppo diversi da quelli natalizi, registrano il mancato sorpasso a sinistra di Podemos sui socialisti e leggendo bene i dati si evince come Podemos sia proprio il grande sconfitto e con lui tutta quella "crema di fatto borghese" che anche in Italia faceva il tifo per loro. Sullo sfondo restano i grandi problemi della Spagna: una crisi che ha prodotto disoccupazione ad ogni livello, il tema della Catalogna e dei Paesi Baschi (non e' un caso che questi siano i soli posti dove Podemos vince). Credo che si debba sottolineare come in un periodo di grande crisi e di prospettiva di crisi gli spagnoli abbiano confermato al Partito Popolare il ruolo guida per gestire le riforme: si apre uno scenario difficile ma anche interessante. Sconfitti anche i sondaggi - che volevano il PP sconfitto - (ma sorge qualche dubbio sulla veridicità di certi sondaggi) oggi e' necessario il coraggio di una grande coalizione.
Il debito pubblico, la crisi delle banche, il rapporto deficit-PIl oltre il 5 per cento, il 35/40 per cento di disoccupati chiedono risposte politiche forti, coraggiose e coese. I socialisti ed i popolari debbono chiudere le loro posizioni storiche, insieme debbono indicare in Rajoy la guida di una stagione straordinaria e insieme debbono riuscire a vincere la tentazione del ricatto permanente che i piccoli pongono quando, con pochi voti, cercano di fare dell'autonomismo il nuovo Cuneo che rischia di far saltare tutto. Il popolo ha indicato la guida di questo percorso ed ora si vada verso riforme di qualità. La Spagna non può perdere ancora del tempo e non può allontanarsi da Bruxelles nè isolarsi nel Mediterraneo: Madrid deve contribuire a governare con l'UE tutte le sfide aperte, a partire da quella dell'immigrazione. La società spagnola ha detto chiaramente No ad ogni salto nel buio e sebbene il malcontento cresca ogni giorno e' fondamentale una politica di responsabilità verso i giovani. Speriamo che anche nel nostro Paese si riesca a registrare il nome del vincitore delle elezioni: ad ogni tornata, quando chi vince non piace a certa stampa ed alla "crema borghese di certa sinistra", si sentono fare dei ragionamenti che rafforzano solo il senso di nausea che circonda la politica nell'opinione pubblica. A Madrid ha vinto il Partito Popolare.
Pier Giorgio Sciacqua
vice Presidente Nazionale MCL