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24/05/2016
Dati Inps, in calo le assunzioni
Il rallentamento ha coinvolto essenzialmente i “nuovi” contratti a tempo indeterminato “a tutele crescenti”

I pericolosi #gufi dell’Inps guidato dal prof. Boeri colpiscono ancora. I dati, infatti, che emergono nel periodico rapporto pubblicato dall’Osservatorio sul precariato dell’istituto gettano (molta) acqua sul fuoco dell’entusiasmo di Palazzo Chigi per le riforme, in particolare sul #jobsact. I pericolosi ricercatori registrano, infatti, come, complessivamente, le assunzioni nel periodo gennaio-marzo 2016 siano risultate 1.188.000, con una significativa riduzione di 176.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-12,9%). Un rallentamento, è bene precisare, che ha coinvolto essenzialmente i “nuovi” contratti a tempo indeterminato “a tutele crescenti”: –162.000, pari ad un, sicuramente rilevante, -33,4% sul primo trimestre dello scorso anno. Il calo è, inutile negarlo, da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015 in corrispondenza dell’introduzione degli incentivi legati al “maxi” esonero contributivo triennale. Per i contratti a tempo determinato, infatti, nel primo trimestre del 2016, si registrano 814.000 assunzioni, un dato del tutto analogo a quello degli anni precedenti (-1,7% sul 2015 e -1,1% sul 2014) così come le assunzioni di apprendisti (quasi 50.000) siano sostanzialmente stabili rispetto al 2015.

I dati che emergono, quindi, dal rapporto INPS consentono di registrare, per il trimestre gennaio-marzo 2016, un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +241.000, significativamente inferiore a quello del corrispondente trimestre del 2015 (+326.000). Si deve notare, inoltre, che, tolte le trasformazioni, il netto tra attivazioni e cessazioni è di -53.339 contratti. Nel 2014 (senza nessun tipo di incentivi) era di -42.527. Non si può poi non parlare del dato relativo ai “voucher”. L’INPS ci dice, infatti, che per quanto riguarda i buoni lavoro, nel primo trimestre 2016 sono stati venduti ben 31.5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, pari al +45,6% (si consideri che già nel 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,4%). La tanto attesa  #svoltabuona sembra, insomma, tardare. La politica economica del Governo fatta di “bonus” e #twitter appare, infatti, non raggiungere gli obiettivi previsti. In questo quadro, le prossime amministrative, ed ancor più il referendum istituzionale, ci diranno, ben più dei dati dell’INPS, se gli italiani credono, ancora, al “grande”  progetto riformista del Premier #rottamatore.

Giancamillo Palmerini




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