Nelle manovre di politica economica attuate negli ultimi anni sono stati sprecati molti miliardi di euro. Il Governo Renzi, infatti, approfittando della congiuntura internazionale favorevole, negli ultimi due anni si è dedicato ad una politica fiscale fatta di mance elettorali che col passare del tempo hanno dimostrato tutta la loro inefficacia e la scarsa efficienza nello stimolare la crescita economica dell’Italia. Poco o nulla, invece, si è fatto per sanare le nostre antiche fragilità strutturali. La costosa inutilità dei sussidi temporanei di decontribuzione alle nuove assunzioni sta venendo a galla con la pubblicazione dei dati definitivi dell'Istat sul mercato del lavoro e c'è poco da stare allegri. Una politica fiscale basata sugli 80 euro in busta paga e sulla detassazione della prima casa, percepita dalle famiglie italiane come transitoria poco ha contribuito a stimolare i consumi ed a rianimare la domanda interna. Sicuramente se le risorse gettate alle ortiche in questi provvedimenti temporanei fossero state impiegate per una decontribuzione strutturale avremmo oggi una ripresa economica più forte e più solida. Si sarebbe potuto senz’altro intervenire sulla riduzione del c.d. cuneo fiscale. Vediamo dapprima che cos’è, a quanto ammonta, ed in seguito alcune misure correttive che potrebbero essere attuate per ottenere risultati già a partire dal breve periodo. Nella sua essenza, usando la definizione più semplice, il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra quanto un dipendente costa all’impresa nel venire occupato e quanto il medesimo riceve in busta paga al netto delle imposte. Nelle statistiche dell’Ocse, contenute nel consueto “Taxing Wages” pubblicato ogni anno, viene espresso sinteticamente in percentuale al salario lordo. Nel rapporto dello scorso aprile, si riporta che il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti italiani, ovvero il prelievo fiscale complessivo sulla retribuzione lorda, nel 2015 è aumentato dello 0,76% ed ha raggiunto quota 49%.
Il nostro paese sale pertanto al quarto posto tra i 34 Paesi Ocse per il carico fiscale sul salario del lavoratore medio “single” senza prole. L'incremento segnato dall'Italia è il secondo maggiore tra i paesi dell'Ocse, ed è dovuto solo alle imposte del reddito, mentre restano stabili i contributi previdenziali. Le famiglie monoreddito italiane con due figli a carico dal canto loro hanno sperimentato in media un aumento del cuneo fiscale dello 0.93% che ha raggiunto in questo caso il 39.9%. Il paese del solleone è poi al quindicesimo posto per il costo totale del lavoro (54.484 dollari per dipendente “single” a parità di potere d'acquisto) e al diciannovesimo per il salario lordo con 41.250 dollari. Mentre espresso in euro, il salario medio lordo italiano risulta di 30.710, con un incremento dell'1% sul 2014, pari all'aumento della tassazione sul reddito. Sinteticamente nel 2014 in Italia il cuneo fiscale può essere così scomposto: il 17,5% deriva da imposte sul reddito, i contributi a carico del dipendente incidono per il 7,2% mentre quelli a carico del datore di lavoro per il 24,3%. Cosa bisognerebbe fare? Occorrerebbe ridurre il costo del lavoro. In particolare quello dei lavoratori a basso reddito (in prevalenza con qualifiche professionali basse) e quello dei secondi percettori di reddito (peculiarmente le donne). Questo perché l’evidenza empirica mostra che un elevata incidenza del cuneo fiscale frena la crescita dell’occupazione per queste categorie di lavoratori. La composizione del cuneo fiscale, infatti, è rilevante nel breve periodo, per cui riduzioni finalizzate dei contributi sociali pagati dai datori di lavoro potrebbero stimolare l’aumento della domanda di lavoro per le figure professionali svantaggiate ricordate in precedenza. La morale della favola è che l’Italia avrebbe bisogno di ridurre le tasse ai datori di lavoro, via una minore contribuzione piuttosto che ai lavoratori attraverso un Irpef minore. Vista la scarsità di risorse finanziarie occorrerebbe quindi far ricorso ad interventi fiscali mirati piuttosto che a mance elettorali.
Marco Boleo